Sharm el Sheikh e South Sinai (ITA)

Ciao! Mi auguro stiate tutti bene, nonostante le restrizioni per il Covid che ci hanno obbligati a casa, sono riuscito a fare qualche piccolo viaggio e cosa non da poco a festeggiare il capodanno al caldo! Il mio viaggio in Egitto è cominciato con un tampone PCR appena sbarcati all'aeroporto di Sharm el Sheikh, ma fatto questo si è iniziata a respirare aria di normalità. Ho trascorso queste due settimane al DOMINA Coral Bay, una delle strutture più belle ed esclusive di Sharm el Sheikh, che nonostante il periodo di crisi del settore garantisce ai suoi clienti tutti i servizi e si mantiene in tutto il suo splendore. Sharm el Sheikh vuol dire soprattutto immersioni subacquee… quindi armato di GoPro Hero 7 Black, mi tuffo subito in mare per godere delle meraviglie che offre una delle barriere coralline più ricche e incredibili che possiate trovare, la temperatura dell'acqua in questo periodo (gennaio) è di circa 22 gradi, quindi più che accettabile. Basta immergere la testa per ritrovarsi in un mondo surreale, circondati dalle più svariate formazioni coralline e da un'infinità di pesci dai colori sgargianti e dalle forme bizzarre che si lasciano facilmente avvicinare e fotografare. Su YouTube trovate il video.

Ma Sharm non è solo Spiagge e mare, al calare del sole si può visitare Old Sharm, la città vecchia ed i suoi affascinanti negozietti, tappa obbligatoria la moschea di Al Sahaba, una delle più grandi del suo genere nella regione del Sinai meridionale, è consigliato andarci dopo il tramonto per fare foto suggestive quando è illuminata.

Altro posto che suggerisco se volete bere un drink dopo cena è il Farsha, locale all'aperto assolutamente unico, distribuito su una scogliera che arriva fino alla riva del mare. Qui troverete un dedalo di scale e stretti passaggi ricchi di dettagli e particolari suggestivi, con luci soffuse dai colori caldi che illuminano tende, vecchie porte, lampade, moto d'epoca ed altro modernariato disposto in modo caotico ma al tempo stesso con una logica che crea un'atmosfera davvero magica.

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Al Sahaba Mosque

Dopo i primi giorni di relax ed i festeggiamenti per il Capodanno, ci capita un'occasione imperdibile! Il noto Executive Chef del Jolie VilleDaniele Centaroli (lo trovate al ristorante Zigolini), ci propone un viaggio di un paio di giorni nel deserto del Sinai, fuori dalle solite mete per turisti. Senza fare troppe domande accettiamo e la mattina seguente caricata l'attrezzatura fotografica in auto partiamo per il nostro viaggio. Varcato il Check Point ed usciti dalle mura che circondano Sharm il paesaggio cambia radicalmente, l'assenza di insediamenti, di vegetazione e le montagne delle varie tonalità di rosso danno la sensazione di essere sbarcati su Marte, percorriamo per circa un ora la strada che taglia geometricamente il deserto fino a raggiungere la nostra prima tappa, una tenda beduina in una piccola oasi, dove veniamo accolti calorosamente dagli occupanti, una famiglia di Beduini che sfruttando la piccola risorsa idrica dell'oasi coltiva la terra e alleva qualche capra. 

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Dopo aver fatto provviste dei prodotti dell'orto: pomodori, melanzane, cipolline, insalata ecc. ed aver visto preparare la Shisha da un vecchio beduino che la fuma quotidianamente da oltre 50 anni, ripartiamo alla volta della seconda tappa, un altro accampamento beduino nel mezzo del deserto, questa volta ad accoglierci ci sono un gruppetto di bambini che riconoscendo Daniele circondano la nostra auto. Il capofamiglia ci invita ad entrare in "casa" virgolettato perché essendo prevalentemente a cielo aperto è un po' distante dal nostro concetto di casa, ma comunque non priva di confort quali una vecchia cucina economica, diversi frigoriferi e naturalmente la TV a tubo catodico, rigorosamente accesa per la gioia dei bambini. Ci spostiamo poi nella corte dove le donne stavano tessendo tappeti e ci mettiamo a sedere con tutta la famiglia intorno ad un piccolo focolare dove ci viene offerto del tè egiziano e ci viene mostrato con orgoglio il nuovo nascituro, ma poiché la strada era ancora lunga, dopo aver fatto qualche scatto, siamo costretti a salutare ed a rimetterci in marcia per Nuweiba.

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Appena entrati in Nuweiba che sembra un campo di battaglia, con macerie e detriti ovunque, scorgo dietro le rovine di un muro di mattoni a qualche decina di metri dalla strada un bellissimo cammello completamente bianco! Chiedo a Daniele di fermare l'auto e armato di 70-200 f2.8 scendo dall'auto e comincio a fare qualche scatto, non contento mi avvicino ancora per qualche primo piano al singolare animale e qui entriamo nella parte trilling del viaggio… almeno per me! Proprio mentre ero al centro del terreno sulla strada si ferma bruscamente un pick-up, uno di quei vecchi pick-up bianchi con la scritta Toyota rossa sul posteriore, come quelli dei terroristi che si vedono nei film. A bordo 3 beduini inferociti che inveiscono in arabo contro di me. Mi giro e rimango impietrito, ero un bersaglio a dir poco facile e mi vedevo già crivellato di colpi di AK-47… non capendo una parola mi avvicino lentamente alla strada, mentre questi continuavano a gridare dal finestrino e a farmi cenni con le mani di andare verso di loro. È stato uno di quei momenti in cui in una frazione di secondo ti scorre davanti tutta la vita, più mi avvicinavo alla strada e più la situazione si faceva tesa, arrivato in prossimità della strada Daniele si accorge della situazione, scende dall'auto e mi viene incontro. A quel punto il pick-up fa retromarcia a tutta velocità, quasi ci volesse investire, lo schiviamo e Daniele si avvicina all'abitacolo per parlare con il conducente, io lo seguo timidamente e su richiesta di Daniele faccio vedere le foto che avevo appena scattato, dopo di che appena si distraggono e si rimettono a parlare sgattaiolo furtivamente via verso la nostra auto sperando di portare a casa la pelle. Morale: i beduini vedendomi con il teleobbiettivo stile paparazzo credevano che stessi fotografando le loro donne dentro casa e si sono infuriati, fortunatamente Daniele che parla perfettamente arabo è riuscito a chiarire il malinteso ed a risolvere la situazione, ma senza di lui non so come sarebbe andata a finire… Quindi MASSIMA PRUDENZA!!!

Fra l'altro eravamo a pochi metri dal nostro Hotel, il Nakhil Inn. Il proprietario ed il cuoco erano sull'uscio a godersi lo spettacolo e vedendomi arrivare sconvolto dalla paura si sono messi a ridere, il che da un certo punto di vista mi ha un pò tranquillizzato. Inutile dirvi che sono stato preso in giro per tutto il resto della vacanza, ma credetemi ho passato davvero un brutto quarto d'ora...

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Mentre ci sistemiamo in Hotel ci apparecchiano sulla spiaggia per il pranzo, mangiamo un'insalata e ci riposiamo un paio d'ore prima di ripartire alla volta di Castle Zaman. Situato ad est della penisola del Sinai e affacciato sul Golfo di Aqaba, domina quattro paesi: Israele, Giordania, Arabia Saudita ed Egitto. Vero capolavoro architettonico, il castello fa rivivere antiche tecniche di costruzione che sono state riprese appositamente per la realizzazione del progetto. Ogni singola pietra è stata raccolta a mano dalle montagne vicine e nella costruzione del castello non sono stati utilizzati né metallo né cemento. Anche i lampadari e gli apparecchi di illuminazione sono tutti realizzati a mano con bottiglie di vetro riciclate e opere di ceramica locale che si fondono in una miscela di lusso e storia. Consiglio di arrivare nel pomeriggio in modo da riuscire a godere del panorama mozzafiato sia di giorno che durante il tramonto, per ingannare il tempo potete sorseggiare drink nella piscina naturale oppure, su prenotazione, degustare la cucina slow-food del ristorante. Naturalmente è anche un ottimo spot per fare fotografie e timelapse al tramonto!

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Dopo un paio di birre ed aver scattato foto e timelapse durante il tramonto rientriamo in hotel, Daniele dà disposizioni allo staff per la cena che ci viene servita sulla spiaggia, davanti ad un falò acceso per l'occasione, proseguiamo la serata chiacchierando davanti al fuoco, sorseggiando drink e fumando Shisha fino a notte fonda, cullati dal rumore del mare. La mattina seguente ci svegliamo molto presto, ad attenderci un Beduino su un fuoristrada, destinazione il lago di Wishwashy. Dopo aver percorso per circa 15 minuti la strada per Taba, deviamo in un canalone sterrato, procedendo altri 15 minuti in un canyon fino a raggiungere una strettoia oltre la quale non era possibile proseguire con il fuoristrada. D'obbligo scarpe comode e viaggiare leggeri perché c'è da camminare ed arrampicarsi fra le rocce per 20 minuti circa, ma vi assicuro che ne vale la pena, una volta raggiunta la meta vi troverete davanti ad uno spettacolo unico, fra le pieghe delle montagne di granito rosso un lago dal colore blu intenso, dopo un bagno rigenerante nell'acqua gelida riprendiamo la via del ritorno, recuperiamo le nostre cose in hotel e ripartiamo alla volta di Dahab. Trovate il video sul mio canale YouTube.

Entrando a Dahab si respira un'atmosfera molto Hippies, gente che si sposta in bicicletta, le capre che pascolano liberamente per le strade e questa edilizia un po "improvvisata", dove nuove costruzioni si alternano a macerie e cantieri abbandonati. Poiché eravamo affamati, Daniele ci porta da un suo amico, un ristoratore egiziano che dopo aver vissuto per 20 anni a Santa Margherita Ligure è tornato in Egitto ed ha aperto un ristorante sulla spiaggia "Dai Pescatori" (consigliate le linguine all'aragosta). Rivanghiamo un po' il passato e parliamo della sua esperienza in Italia e dei "tempi d'oro" della nostra riviera. Finito il pranzo facciamo un giro per le vie di Dahab (video) ma poichè si stava facendo tardi e la stanchezza cominciava a farsi sentire ci rimettiamo sulla via del ritorno verso Sharm.

Come sempre sono stati due giorni molto intensi e ricchi di momenti emozionanti, fondamentale la presenza della nostra guida d'eccezione, lo Chef Daniele Centaroli, senza il quale non sarebbe stato possibile vivere queste esperienze fantastiche. Viaggio assolutamente consigliato a chi ha la fortuna di conoscere persone del posto che parlano l'arabo, ma onestamente lo sconsiglio al "turista fai da te" poiché sono zone un po' a rischio e un piccolo imprevisto o malinteso può diventare un grosso problema.

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Prima di tornare in Italia abbiamo dedicato un'ultima giornata alla visita del Parco Nazionale di Ras Mohamed (Ras Muhammad), il più famoso d'Egitto, situato all'estremo sud della penisola del Sinai. Superati i vari Check-point e pagato il biglietto d'ingresso si prosegue lungo la strada fino ad arrivare alla famosa Porta di Allah un enorme portale di monoliti che riproducono la parola Allah in ebraico, da qui seguendo le indicazioni si arriva allo squarcio nel terreno causato dal terremoto del 1960, lungo circa 10 metri e profondo 14, poco più avanti il "Lago Magico", un lago salato dal colore azzurro intenso, la foresta di mangrovie e per finire l'osservatorio (video), purtroppo il parco chiudeva alle 15:30 e non abbiamo fatto in tempo a fare immersioni, ma poco male, motivo in più per tornarci, magari in barca.

Trovate i miei scatti ed i video sui miei social e nella gallery dove è possibile acquistarli e ricevere direttamente a casa la stampa nei più svariati formati e sul supporto che preferite (carta, canvas, metallo, acrilico, ecc.) Spero che questo blog possa essere di ispirazione a fotografi (e non) che stiano progettando un tour un po' diverso, naturalmente se avete bisogno di ulteriori informazioni non esitate a contattarmi.

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